Tocca starci!
“Ci vuole tempo, è ovvio. Ma in certi casi metterci del tempo è la via più breve“.
Da una decina di giorni non sto correndo.
Il mio gluteo medio ha deciso di ribellarsi all’ingente volume dei mesi passati.
Passata la fase di accettazione in cui ho preso coscienza che il dolore non era un classico dolore di quelli su cui si può continuare ad allenare sopra e la relativa preoccupazione iniziale data dall’incertezza dei tempi di recupero, non sto vivendo grossi traumi da stop forzato, come mi sarebbe successo mesi fa. Ho fatto economia mentale sgravandomi dal peso di prendere decisioni su cosa sia meglio fare e mi sono messa nelle mani di allenatore e fisioterapista, lasciando che siano loro a decidere per me.
Ho lasciato che i giorni passassero, senza fare previsioni, con il dolore al gluteo che cresceva nonostante lo stop e che poi invece ha iniziato a diminuire nella classica curva.
Oggi proverò a correre di nuovo, con il benestare di allenatore e fisioterapista, ma non faccio previsioni e sono pronta a fare quello che mi chiede il corpo.
Il vero recupero inizia quando accettiamo la nostra condizione attuale, comprendendo che talvolta rallentare è necessario e che fermarsi è l’unica via possibile per ripartire.
La pressione che esercitiamo su noi stessi nei momenti di vulnerabilità rallenta il processo di recupero e ci impedisce di cavalcare il miglioramento personale che possiamo ricavare da un momento di pausa.
Lo stop forzato dovuto ad un infortunio o una malattia, rischia di farci piombare in una spirale di pensieri negativi in cui rimuginiamo su scenari nefasti, pensando che non recupereremo del tutto o che perderemo la forma guadagnata duramente. Scorriamo Strava compulsivamente con in testa il chiodo fisso: "Gli altri stanno progredendo, mentre io resto indietro" o ci lasciamo sopraffare dal tedio paralizzante, perdendo la motivazione a dedicarci a qualsiasi cosa.
Ho una gara questo sabato e viene un’amica dall’Italia, Elisa, per correrla con me. Nonostante desideri parecchio correrla, che utilità avrebbe mettermi ansia e imporre fretta al mio corpo? I miei muscoli, le mie articolazioni andranno avanti con i loro tempi e io posso solo accettare di dargli il tempo che necessitano.
Non possiamo forzare il corpo a recuperare, possiamo solo aiutarlo a rilassarsi ed è proprio rilassandosi e liberando le tensioni che lui recupererà più velocemente.
Ho approfittato di questi giorni per uscire a cena, bere vino buono, passeggiare, leggere, fare meditazione, ascoltare tutti i podcast che avevo lasciato indietro e ogni volta che sentivo affiorare un pensiero negativo non ho cercato di lottare o scappare, semplicemente ho abbassato il volume di questo pensiero e ho alzato il volume dei pensieri legati alle cose positive che stavo vivendo.
Mi sono immaginata il momento in cui con la mia amica ci scalderemo insieme prima della gara, quando ci posizioneremo sulla linea di partenza e poi mi sono visualizzata di correre con lei.
Sono partita dalla fine, ovvero da come mi voglio sentire quando potrò tornare a correre, immaginando quel momento.
Ho cercato di abbassare il volume di tutti i pensieri che non erano utili al mio recupero, facendo economia mentale e investendo energie solo in quello che mi sarebbe stato utile.
Se avessi tenuto traccia dei miei dialoghi interiori, all’incirca avrebbero suonato così:
Me 1- “Non sto correndo da giorni e sabato ho una gara impegnativa”
Me 2- “Chhissenefraga!! Il mio corpo gioverà di questo riposo e avrò più energie quando tornerò a correre”
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Me 1 -“Gli altri si stanno allenando tanto e bene e io arriverò sulla linea di partenza, ammesso che ci arrivi, senza aver corso da 10 giorni.”
Me 2 -“Chissenefrega! Hai un corpo che si allena da anni e non si dimenticherà come si fa a correre dall’oggi al domani”
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Me 1 - “Non posso correre e mi mancano le endorfine post-allenamento
Me 2 - “Vai in piscina e nuota. Dopo starai meglio”
Questo tipo di dialogo con me stessa è il modo che ho sviluppato e che continuo ad allenare, per canalizzare positivamente la mia energia in quello che serve davvero e a cui devo dare priorità, ovvero continuare ad allenarmi meglio che posso con quello che posso e giovare del riposo per lasciar recuperare un corpo che ha dato chiari segnali di stanchezza.
Sono certa che se sabato potrò davvero correre, con la motivazione di lasciare ad Elisa un bel ricordo di questo fine settimana in Canaria, la mia gioia sarà enorme.
Se invece non potrò correre, rimanderò questa gioia a quando potrò farlo e sarà ancora più grande, perché si sarà evoluta grazie alla mia capacità di abbracciare gli eventi, senza scappare nel dal dolore, ne dall’incertezza, ma vivendo e reagendo giorno per giorno.
Non ho potuto allenare la corsa, ma sono sicura di aver allenato la mia capacità di accettare che talvolta: “TOCCA STARCI"!”.
“Ci vuole tempo, è ovvio. Ma in certi casi metterci del tempo è la via più breve“.
Haruki Murakami.
Cosa faccio quando non corro
Consigli di lettura e ascolto
Entra in gioco con la testa. Come allenare i tuoi talenti e imparare dai tuoi limiti il libro di Nicoletta Romanazzi, mental coach che ha aiutato medaglie olimpiche come Marcell Jacobs, Luigi Busà e Viviana Bottaro a raggiungere i propri obiettivi.
Una vita come tante, di Hanya Yanagihara. Un libro che è un cazzotto allo stomaco, che contiene ritratti umani di una potenza disarmante a cavallo tra la crudeltà quasi irreale e l’amore incondizionato. (Avevo rubato il consiglio di lettura a
ed ho fatto bene)“Happiness is a direction” l’episodio del 17 febbraio del podcast di Rich Roll con ospite il professore di Harvard Arthur Brooks, scienziato comportamentale e il più importante ricercatore al mondo sulla felicità
Rendersi conto che fermarsi non è un opzione ma è realtà per ripartire mentalmente è la prima vera vittoria! 💪🏼
Ciao Lau, purtroppo ti capisco molto bene e me la sto vivendo male questa condizione non al top. Ma condivido il fatto che dobbiamo prenderci il nostro tempo, viverla con calma e tranquillità e se 1 volta, 2 o 3 va male, non ci cambia la vita perché noi conosciamo il nostro valore e non è di certo un risultato in una gara che deve farci credere più in noi stesse. Ti abbraccio tanto e ti auguro buone corse, nuotate e felicità