No vabbè Laura ma quante ne sai? Questa cosa si può applicare ad un sacco di sport. Anche dove la rilevazione è oggettiva, dove perdi a causa del punteggio :-) anche se sei in allenamento.. brava cmq
Bellissima NL, hai toccato esattamente gli stessi argomenti che ho in testa anche io da qualche settimana. Domenica correrò la maratona di Padova, e le ultime settimane ho fatto allenamenti concentrandomi molto sullo sforzo percepito, provando a non farmi emozionare, in positivo o negativo, dal cronometro.
Credo fermamente che sviluppare questa consapevolezza possa aiutarci a vivere meglio ogni allenamento, gara o situazione.
Qui si dice "suerte", ma forse in Italia siamo più superstiziosi e non suona bene, quindi ti dico "Divertiti"!
Misurarsi è abbastanza naturale.
Come dicevo sopra a Sara, evolvendoci come runner passiamo da essere soddisfatti per il solo fatto di uscire a correre, a ricercare la soddisfazione in evidenze di miglioramento.
Fa parte del gioco: restare costanti richiede stimoli.
Quello che fa la differenza è come si vive questa misurazione.
Non concentrarsi sul singolo allenamento, ma sull'intero percorso, valutare che tipo di stress abbiamo avuto fuori dalla nostra corsa, sono tutti accorgimenti che ci servono a giudicarci meno nel momento in cui ci alleniamo.
Il linea generale, sospendere il giudizio (non tanto la misurazione), è il primo passo per affrontare l'allenamento con meno stress e per essere più fluidi.
Affrontare l'allenamento con meno stress equivale a ottenere maggiori benefici dallo stesso.
Sto facendo i conti in questi giorni con l'aspettativa per la gara che correrò domenica. La sto vivendo un po' una prova del nove, per vedere come (se) rendo in conseguenza dei miglioramenti dell'ultimo periodo e in paragone alla precedente mezza funestata dal maltempo e in continuo saliscendi (questa invece è piatta). Ma vorrei invece correre e basta, non preoccuparmi del caldo che minaccia di guastare la performance, dell'assenza di ombra, dell'ansia da prestazione, del ritmo, e solo guardare il mare di lato, il sole davanti, godermi - e ricordarmi col sorriso - la mia prima gara greca.
Ponersi obiettivi e misurarsi lungo il percorso non é un male. Dopo l'innamoramento iniziale dove ogni passo é una scoperta e tutto é una scarica di dopamina, diventa necessario quasi per tutti porsi sfide e misurarsi. Ci serve per trovare stimoli.
Quello che fa la differenza é come vivi questo stimolo.
Viverlo come sfida ti farà caricare di quell'ansia "buona", che libererà energia. Al contrario, viverlo come minaccia, può caricarci di pressione e tensione che ci rallentano.
Ti se posta questa sfida perché sicuramente lo vuoi. Pensare che non vorresti sentire in gara con te stessa é una difesa. Pensa alle belle emozioni della sfida invece, visualizza come vorrai sentirti prima, durante e dopo e goditi, non il relax, ma quella tensione buona della voglia di superarsi.
No vabbè Laura ma quante ne sai? Questa cosa si può applicare ad un sacco di sport. Anche dove la rilevazione è oggettiva, dove perdi a causa del punteggio :-) anche se sei in allenamento.. brava cmq
Bellissima NL, hai toccato esattamente gli stessi argomenti che ho in testa anche io da qualche settimana. Domenica correrò la maratona di Padova, e le ultime settimane ho fatto allenamenti concentrandomi molto sullo sforzo percepito, provando a non farmi emozionare, in positivo o negativo, dal cronometro.
Credo fermamente che sviluppare questa consapevolezza possa aiutarci a vivere meglio ogni allenamento, gara o situazione.
Qui si dice "suerte", ma forse in Italia siamo più superstiziosi e non suona bene, quindi ti dico "Divertiti"!
Misurarsi è abbastanza naturale.
Come dicevo sopra a Sara, evolvendoci come runner passiamo da essere soddisfatti per il solo fatto di uscire a correre, a ricercare la soddisfazione in evidenze di miglioramento.
Fa parte del gioco: restare costanti richiede stimoli.
Quello che fa la differenza è come si vive questa misurazione.
Non concentrarsi sul singolo allenamento, ma sull'intero percorso, valutare che tipo di stress abbiamo avuto fuori dalla nostra corsa, sono tutti accorgimenti che ci servono a giudicarci meno nel momento in cui ci alleniamo.
Il linea generale, sospendere il giudizio (non tanto la misurazione), è il primo passo per affrontare l'allenamento con meno stress e per essere più fluidi.
Affrontare l'allenamento con meno stress equivale a ottenere maggiori benefici dallo stesso.
Sto facendo i conti in questi giorni con l'aspettativa per la gara che correrò domenica. La sto vivendo un po' una prova del nove, per vedere come (se) rendo in conseguenza dei miglioramenti dell'ultimo periodo e in paragone alla precedente mezza funestata dal maltempo e in continuo saliscendi (questa invece è piatta). Ma vorrei invece correre e basta, non preoccuparmi del caldo che minaccia di guastare la performance, dell'assenza di ombra, dell'ansia da prestazione, del ritmo, e solo guardare il mare di lato, il sole davanti, godermi - e ricordarmi col sorriso - la mia prima gara greca.
Ponersi obiettivi e misurarsi lungo il percorso non é un male. Dopo l'innamoramento iniziale dove ogni passo é una scoperta e tutto é una scarica di dopamina, diventa necessario quasi per tutti porsi sfide e misurarsi. Ci serve per trovare stimoli.
Quello che fa la differenza é come vivi questo stimolo.
Viverlo come sfida ti farà caricare di quell'ansia "buona", che libererà energia. Al contrario, viverlo come minaccia, può caricarci di pressione e tensione che ci rallentano.
Ti se posta questa sfida perché sicuramente lo vuoi. Pensare che non vorresti sentire in gara con te stessa é una difesa. Pensa alle belle emozioni della sfida invece, visualizza come vorrai sentirti prima, durante e dopo e goditi, non il relax, ma quella tensione buona della voglia di superarsi.